La Medicina Psicosomatica è quell'orientamento di pensiero che si oppone alla frammentazione specialistica in atto nella medicina attuale, in nome di una considerazione più unitaria del problema della malattia e dei rapporti mente-corpo in generale.
Le impostazioni metodologiche che considerano separatamente la dinamica dei fattori organici e dei fattori psichici e che solo in un secondo momento tentano di porre in relazione le due sfere, ripropongono la frammentazione che talvolta cercano di superare. Un approccio efficace alla psicosomatica dovrebbe avere come obiettivo quello di sottrarsi, così nella teoria come nella prassi clinica, al riduzionismo centrato o sulla psicogenesi ( secondo cui sia i disturbi psichici che quelli somatici deriverebbero, in una logica di causa-effetto, da problematiche “mentali” ) o sull' ipotesi di genesi unicamente biologica delle diverse patologie, mentali e somatiche, che affliggono gli esseri umani.
Considerando che solo l'approccio unitario del problema ne può permettere l'effettiva comprensione possiamo definire la malattia fisica e/o mentale come una forma di espressione individuale, un messaggio da decodificare, uno dei molteplici modi con cui il nostro corpo e la nostra mente possono comunicare. Partendo da questi presupposti dovremmo considerare l'uomo, nella salute e nella malattia, come un soggetto unitario, dotato di un corpo e una mente che non sono tra loro separati e nemmeno sono separati dall'ambiente in cui si trovano. Inoltre tra mente e corpo, al contrario di ciò che emerge in diversi luoghi comuni, non vige un principio di causa-effetto ma un principio di sincronicità, inteso da C. G. Jung come la coincidenza temporale di due o più eventi non legati da rapporto causale ma che hanno lo stesso o analogo contenuto significativo (sono coincidenze dotate di senso).
Possiamo così affermare che uno specifico conflitto psicologico non causa una malattia fisica ma, al contrario, lo stesso conflitto, così come si manifesta nella psiche, in modo diverso si manifesta nel corpo.
Tra mente e corpo sembra così esserci un legame sotterraneo, ma cos'è che ci permette di cogliere la similitudine tra uno stato psicologico e un disturbo organico ? E' l'analogia. Il pensiero analogico rivela lo stato affettivo dell'individuo, è mediato dal corpo e conduce al simbolo. Quest'ultimo permette a cose molto diverse in termini di spazio, tempo o per loro natura, di manifestare un medesimo senso, apparendo come diverse manifestazioni di una stessa realtà. Il simbolo, che si condensa in immagini e forme, non è una modalità espressiva esclusivamente dello psichico ma è un elemento unificatore che crea un ponte, in questo caso tra lo psichico e il corporeo. Per questo, sarebbe utile ricercare il senso di una malattia che colpisce un determinato organo o apparato e per fare questo risulta necessario comprendere la funzione svolta da tale distretto corporeo. Ad esempio, una patologia a carico dell'apparato tegumentario deve essere studiata partendo dal presupposto che la pelle svolge il ruolo di barriera semi-permeabile che, se da un lato delimita il confine corporeo distinguendo fra sé e altro da sé, d'altro lato permette, secondo certe condizioni, lo scambio tra individuo e ambiente, tra il soggetto e i suoi simili; la pelle così separa e contemporaneamente mette in comunicazione interno ed esterno. Tuttavia ciò non accade solo a livello biologico in quanto ciò che è vero nel corpo è vero anche nella psiche: delimitazione, comunicazione e regolazione di questi due processi sono manifestazioni evidenti del funzionamento di quella che possiamo definire l'epidermide psichica. In un senso ancora più ampio, non solo gli individui possiedono una pelle psichica oltre a quella fisica; lo stesso concetto vale per i gruppi: ogni famiglia, società, popolazione avrà una determinata “pelle” intesa in senso funzionale. Così, sulla base delle considerazioni sopra citate non ci sarebbe da stupirsi se un individuo con una patologia che coinvolge l'epidermide presentasse problematiche di relazione, proprio in virtù di ciò che la pelle simbolicamente e funzionalmente è.
Portando un altro esempio, prendendo in esame l'apparato digerente dovremmo considerare sul piano biologico un insieme di organi deputati a introdurre cibi, digerirli e assorbirli; contemporaneamente sul piano psicologico sarebbe opportuno pensare a funzioni psichiche di incorporazione, elaborazione e trasformazione. Oppure, nel caso di una persona malata di ulcera, la lesione dello stomaco potremmo ritrovarla non solo nell'organo, ma in tutti gli aspetti del paziente: nel linguaggio, nell'atteggiamento, nei sogni, ecc.
Concludendo, il linguaggio, le emozioni, i sogni, gli organi del corpo, le malattie, si muovono tutti contemporaneamente su uno stesso piano dove spazio e tempo non esistono, così come non esiste il nesso causale: è il piano del simbolo, della metafora, dell'analogia; il piano che conduce all'inconscio. E' solo qui che si può cogliere l'inseparabilità tra psiche e soma, basata sul senso e sulla sincronicità.
Secondo questa prospettiva, la psicologia analitica, che tratta i complessi inconsci dell'individuo, può portare a ristabilire un equilibrio non solo nella sfera psichica, ma anche in quella corporea.