Il gioco d'azzardo appare profondamente radicato nella natura umana e ricerche antropologiche ne hanno dimostrato l'esistenza in ogni epoca, stato sociale e cultura. Il gioco d'azzardo rientra nella categoria dei giochi di alea ( dal latino àlea: dado ), i cui principi fondamentali sono il destino e il caso. Sono essi infatti a determinare i risultati del gioco, nel quale il giocatore non ha nessun potere; le sue abilità e capacità personali sono ininfluenti, poichè egli cerca di vincere non su di un avversario ma bensì sul destino.
Negli ultimi anni, il gioco d'azzardo è diventato un'attività di enorme rilevanza economica e di notevoli proporzioni sociali: gratta e vinci, videopoker, bingo, lotterie, gioco delle carte, dadi, poker, scommesse sportive , sono in forte espansione, aiutati anche dall'utilizzo di internet e dalla possibilità di giocare online, tanto che una delle difficoltà maggiori per coloro che si occupano del gioco d'azzardo è definire quando il gioco diventa patologico ( GAP o gambling )
Il gioco d'azzardo patologico è un comportamento persistente, ricorrente, disadattivo di gioco d'azzardo che compromette il funzionamento personale, sociale e lavorativo dell'individuo. Tale patologia rientra nella categoria dei Disturbi del Controllo degli Impulsi e viene diagnosticata in base alla presenza dei seguenti criteri:
Tuttavia, la clinica pare denunciare un'incongruenza nosografica, essendo solo occasionale la copresenza dei Disturbi del Controllo degli Impulsi ed essendo invece assai frequente la comorbidità fra il GAP e le dipendenze da sostanze ( in particolare alcol e cocaina ). Inoltre quando la patologia compare, si manifesta con le caratteristiche tipiche di tutte le dipendenze: assuefazione ( il giocatore deve giocare sempre di più ), perdita di controllo ( Il giocatore non può evitare di giocare e di fermarsi quando inizia ), sindrome di astinenza ( il giocatore sta male fisicamente e/o psichicamente se non gioca ), craving ( bisogno compulsivo di giocare ). Ciò comporta che il GAP possa essere considerato facente parte della categoria delle nuove dipendenze o dipendenze senza droga ( come lo shopping compulsivo, la dipendenza da sesso, il lavoro patologico, la dipendenza da internet e la videodipendenza, le dipendenze da persona ).
Tratti di una personalità narcisistica, dipendente, impulsiva ed una scarsa autostima sono frequentemente associati al giocatore patologico. Inoltre, il gambling compulsivo viene considerato da alcuni studiosi, un comportamento che sta al posto di una depressione negata ( che solitamente si manifesta quando l’individuo smette di giocare ).
Il gioco d’azzardo, per essere praticato, necessita della possibilità di affidarsi ad una potenza superiore ( Fortuna o Destino ). Questa necessità nasce dall’uomo, come ricorda Galimberti (1999), dalla oggettiva “precarietà dell’esistenza” che impone all’individuo la ricerca di “forme protettive e rassicuranti, in assenza di controllo della realtà interiore o della realtà esterna”. Il gioco compulsivo sarebbe perciò la messa in atto di un tentativo illusorio di eliminare la frustrazione legata al principio di realtà, con una regressione verso uno stato di onnipotenza infantile in cui tutti i desideri sono ( o saranno ) automaticamente soddisfatti. In questa dimensione la dipendenza e tutti i sentimenti di inferiorità vengono negati e il gioco diviene il mezzo con cui il giocatore sostiene la sua nuova finzione: essere accettato nel mondo dei “vincenti”, essere potente e poter dominare il proprio destino. Il desiderio di onnipotenza viene scambiato così con l'illusione di essere onnipotente.
Nel gioco d’azzardo, sondando la benevolenza della Sorte, l’individuo è come se domandasse ad un oracolo qual è il valore della propria esistenza, e mentre da un lato si abbandona al verdetto del Fato, dall'altro si perde nell'illusione di riprendere il controllo sulla propria vita. Il soggetto, così, ricercando la sua conferma esistenziale, mette in gioco i propri averi e con essi sé stesso, nel tentativo di trovare un limite fisico, proprio là dove mancano i limiti simbolici.
Il lavoro terapeutico, in questi casi, ha come obiettivo far sì che l’individuo possa trovare il proprio posto nel mondo, elaborando il proprio senso di inferiorità ed esprimendo i sentimenti e i desideri che ne derivano, ma soprattutto rendere consapevole il soggetto che la scelta del gioco d’azzardo potrebbe essere una compensazione fittizia al senso di precarietà che la vita spesso ci sottopone.