DCA: anoressia e bulimia. I disturbi del comportamento alimentare sono quadri estremamente complessi e differenziati che possono essere affrontati chiamando in causa fattori psicologici, biologici e sociali
I DCA fanno riferimento al disagio rappresentato da un rapporto disturbato con il cibo e con il proprio corpo. Possono causare seri problemi fisici che risultano reversibili solo se il disturbo viene affrontato tempestivamente; al contrario, quando la malattia non viene diagnosticata in tempi brevi, diventano cronici e possono risultare fatali: ogni anno si ammalano circa 500.000 ragazze e una su dieci muore.
I soggetti più colpiti sono le giovani donne in età compresa tra i 12 e i 25 anni, ma il fenomeno è in aumento anche tra la popolazione maschile.
Si possono raggruppare in quattro tipologie principali:
1. Anoressia nervosa
2. Bulimia nervosa
3. Disturbo da alimentazione incontrollata (BED - Binge Eating Disorder)
4. Disturbi alimentari atipici (EDNOS - Eating Disorder Not Otherwise Specified)
Anoressia nervosa
Il termine anoressia deriva dal greco anorexia che significa mancanza di desiderio per il cibo. Al contrario del significato etimologico, nell’anoressia nervosa il cibo riveste un’ estrema importanza per il soggetto: viene in verità fortemente desiderato ma diventa oggetto di una lotta interna contro la fame per perdere peso, poiché l’autostima del soggetto dipende esclusivamente dalla sua magrezza. Così, le caratteristiche che la contraddistinguono sono il rifiuto manifesto del cibo e la paura ossessiva di ingrassare.
Vi sono due sottotipi di anoressia:
- anoressia nervosa con restrizioni: si ricorre a diete drastiche o al digiuno per mantenere il peso al di sotto della soglia minima;
- anoressia nervosa con abbuffate e successive pratiche di eliminazione: si alternano al digiuno delle abbuffate incontrollate e si compensa l’eccessiva ingestione di cibo attraverso il vomito autoindotto, l’assunzione di lassativi o il ricorso ad una frenetica attività fisica.
L’anoressia è molto difficile da diagnosticare, perchè il malato ha la tendenza a nascondere la sua condizione o a negarne la gravità. Tuttavia esistono dei segnali che possono aiutare nella formulazione della diagnosi:
- eccessiva magrezza, con un indice di massa corporea (rapporta tra peso e altezza) inferiore a 17,5;
- paura costante di ingrassare e impressione che il peso non cali mai;
- preoccupazione estrema per le forme corporee e percezione errata del proprio corpo;
- nelle pazienti di sesso femminile amenorrea (mancanza del ciclo mestruale da almeno tre mesi) o ritardo dello sviluppo puberale.
Le conseguenze fisiche legate al protrarsi della malattia sono molteplici e gravi, tra cui: insufficienza renale, alterazioni cardiovascolari, perdita dei capelli e dei denti, osteoporosi, morte improvvisa.
Bulimia nervosa
Il significato etimologico del termine bulimia è fame da bue, ovvero fame enorme, smisurata. La bulimia nervosa è caratterizzata da desiderio intenso e incontenibile di alimentarsi con enormi quantità di cibo, spesso legato ad una sensazione di fame eccessiva che deve essere soddisfatta in modo tossicomanico.
Questa patologia si manifesta in un'alternanza tra brevi digiuni, diete ferree e abbuffate; queste ultime sono caratterizzate da ingestione di una quantità smisurata di cibo e frequente mescolanza di alimenti e sapori senza alcuna discriminazione (in casi più estremi vengono ingeriti anche cibi crudi o surgelati).
Il bulimico, generalmente, non si presenta sottopeso; anzi, di solito, è soggetto a forti oscillazioni del peso corporeo da normopeso a sovrappeso.
La bulimia viene suddivisa in due sottotipi:
- bulimia nervosa senza pratiche di eliminazione: per non perdere il peso acquistato si fa ricorso alla dieta, al digiuno o all’esercizio fisico;
- bulimia nervosa con pratiche di eliminazione: per compensare l'abbuffata si ricorre al vomito autoindotto e all’uso di lassativi, diuretici, clisteri.
La bulimia è più difficile da diagnosticare rispetto all'anoressia, in quanto lascia sul corpo segni meno evidenti; tuttavia possono essere individuati alcuni sintomi che caratterizzano la bulimia nervosa, quali:
- ricorso alle abbuffate almeno due volte a settimana per tre mesi consecutivi;
- utilizzo di meccanismi di compensazione ( vomito, lassativi, diuretici, enteroclismi, digiuno, diete rigide, esercizio fisico eccessivo) per prevenire l’aumento del peso;
- preoccupazione eccessiva per il peso e per le forme corporee.
Alcune delle conseguenze fisiche legate al protrarsi della malattia sono: problemi gastrici, corrosione dei denti e lesioni all’esofago, disidratazione, problemi renali, problemi cardiocircolatori, crampi muscolari, compromissione dell’equilibrio metabolico.
Spesso anoressia e bulimia si alternano ciclicamente, in quanto la persona anoressica che non riesce più a controllare la fame cede all’istinto e, conseguentemente al senso di colpa, si punisce con il vomito, innescando un circolo vizioso senza fine. Tuttavia, la persona bulimica, come quella anoressica, anela al controllo del corpo e all'ideale di magrezza.
Disturbo da alimentazione incontrollata (BED – Binge Eating Disorder)
Il disturbo da alimentazione incontrollata spinge il soggetto a compiere grandi abbuffate, in modo veloce e vorace, anche in assenza di appetito, fino a raggiungere la completa sazietà. E’ spesso associato a forme di sovrappeso e all’insorgenza precoce dell’obesità. Di solito si manifesta tra la tarda adolescenza e i 40 anni.
Il BED è generalmente contraddistinto dalle seguenti caratteristiche:
- ricorso alle abbuffate almeno due volte la settimana per 6 mesi consecutivi;
- assenza di comportamenti di compenso sistematici;
- preoccupazione per il peso e le forme corporee;
- mangiare prevalentemente in solitudine a causa del senso di disagio e imbarazzo causato dalla perdita di controllo sul cibo;
- scarsa autostima
Disturbo analogo al BED è il NES (Night Eating Sindrome), che presenta le stesse caratteristiche ma che si differenzia dal primo in quanto le abbuffate avvengono di notte. In soggetti affetti da questa sindrome si riscontra di solito un’inversione del ritmo sonno-veglia.
Infine, i disturbi alimentari atipici (EDNOS – Eating Disorder Not Otherwise Specified), definiti anche sindromi parziali, sono patologie che riguardano sempre il rapporto con il cibo ma i cui meccanismi si differenziano dalle precedenti per le loro particolarità. Tra questi ricordiamo: la sindrome “mastica e sputa”, il disturbo da dieta cronica, l’ortoressia, il dimorfismo muscolare o vigoressia, l’emetofobia e l’anginofobia.
Concludendo, i disturbi del comportamento alimentare sono legati a fattori psicologici, sociali e biologici. Tuttavia è la psiche che spesso gioca un ruolo fondamentale nell’insorgenza, nel decorso e nell’auspicabile risoluzione di queste patologie. La psicologia analitica ha come scopo quello di individuare il nucleo psicologico che ne è alla base, considerando che spesso si manifesta con un problema esistenziale. Come nel caso dell’anoressica, che sente la propria anima prigioniera di un corpo imperfetto che non le appartiene e dal quale vorrebbe liberarsi ad ogni costo. Il suo desiderio spesso consiste nel ritornare ad essere “puro spirito” per godere così delle gioie della perfezione. Purtroppo, per perseguire tale obiettivo è spesso disposta a pagare anche con la vita. L’obiettivo del lavoro analitico è quello di dare un senso a vissuti di questo tipo e di fare si che il progetto esistenziale del soggetto prenda la via non del sintomo ma dall'individuazione.