La ricerca del godimento del tossicomane non ha limiti e le sue condizioni sono estreme, in quanto il suo funzionamento psichico si basa sulla negazione dei confini e delle differenze
Per dipendenza da sostanze si intende una modalità patologica d'uso di una sostanza che conduce a menomazione e a disagio psichico significativi. Vi è un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici che indicano che il soggetto fa reiteratamente uso di una sostanza nonostante la presenza di problemi correlati all'assunzione della stessa.
Nello specifico la dipendenza da sostanze si manifesta così:
Le sostanze che possono causare dipendenza patologica sono generalmente suddivisibili in sostanze illegali ( hashish, marijuana, cocaina, eroina, ecstasy, anfetamina, LSD ), farmaci e sostanze socialmente accettate come fumo e alcool.
Nel caso specifico di dipendenza da sostanze si dovrebbe affrontare il problema attraverso un duplice punto di vista: ovvero tenere in considerazione sia le problematiche dovute alla velenosità della sostanza ( a secondo della tipologia e della quantità assunta ), sia le dinamiche psichiche che sono all'origine della dipendenza, oggetto della quale può anche non essere dannoso in se ma pura fonte di appagamento ( es. il cibo, il sesso, il lavoro, una persona, ecc.), a patto che si rimanga all'interno di un certo limite oltre il quale potrebbe rivelarsi anch'esso distruttivo.
In questo secondo punto di vista l'attenzione non è diretta verso ciò di cui si è dipendenti ma sulla dipendenza in sé.
Addiction, che in italiano significa dipendenza, deriva dal termine latino addictus, che si riferisce allo stato di schiavitù in cui cadeva un debitore a causa di insolvenza, rimanendo così dipendente dal proprio creditore.
Allora, considerando che il termine antinomico di dipendenza è libertà, da cosa ci si deve liberare? Dalla tossicità di una sostanza o da uno stato psicologico originario di dipendenza?
Mentre la medicina tende a concentrarsi sul primo aspetto, la psicologia del profondo tende ad analizzare il problema all'origine, scoprendo che, in molti casi, non è solamente la sostanza a dare dipendenza ma una condizione psicopatologica a monte.
Paradossalmente, ad alleviare lo stato di angoscia potrebbe essere la cocaina, così come la nutella, senza trascurare le enormi differenze che vi sono tra le due sostanze. E' importante così riconoscere quale sostanza genera la dipendenza, domandarsi che cosa rappresenta per quell'individuo e quali aspetti di lui coinvolge.
Un primo fattore comune a tutte le forme di addiction è un movimento di regressione che parte dal registro mentale e va in direzione di quello comportamentale: nei soggetti tossicodipendenti diviene necessario passare rapidamente all'atto per soddisfare il proprio bisogno, in quanto non vi è la capacità di affrontare il problema attraverso il canale psichico.
Allora vale la regola tutto e subito, non importa come e tramite quale oggetto raggiungere lo stato desiderato; e tale operazione deve ripetersi senza fine, perché non garantisce nessun risultato duraturo. Inoltre si fa spazio l'illusione di essere onnipotenti e i problemi reali vengono negati una volta che si è sotto l'effetto della sostanza.
L'io, fragile, tende a non riconoscere la propria dipendenza e ciò favorisce il radicamento di dipendenze patologiche, come un circolo vizioso. In questa condizione la sensazione che emerge è quella onnipotente di bastare a se stessi, dove l'altro non è considerato in quanto rappresenta solo un limite al godimento; anzi l'altro rappresenta spesso un problema perche non è controllabile come la sostanza: di conseguenza può anche abbandonare, ferire o disconoscere, facendo crollare quell'illusione narcisistica di potere.
Solo la sostanza, così, risulta essere un partner sicuro, affidabile e controllabile, capace di ricreare il nirvana perduto, dove tutto appare perfetto e più semplice, dove non bisogna fare sforzi per chiedere le cose in quanto ci si sente già in uno stato di completezza e di totalità: la percezione di essere esposti alla natura, alla finitezza del corpo e ai limiti dell'esistere si dissolve momentaneamente; ma in realtà a fare da sostegno è qualcosa di esterno all'individuo e ciò implica che egli non si assuma la propria responsabilità di vivere nel mondo.
Diviene allora indispensabile rendersi conto di questo bisogno di riempire buchi con l'illusione di trovare soluzioni a basso costo energetico. In conclusione, l'uso patologico di droghe e alcool (così come altre forme di dipendenza) sembra rappresentare un sostituto di esperienze mancate o di strutture psicologiche assenti e rappresenta un tentativo individuativo non andato a buon fine che mira a ristabilire un coerente senso del Sé e un senso di armonia e di pienezza interiore; tuttavia, lo scopo, come ho accennato prima, è spesso quello di riempire un vuoto che appare incolmabile.